sabato 22 maggio 2010

Un Dolce Per Ogni Occasione

I BISCOTTI DI SAN VALENTINO



I biscotti di San Valentino, sono dei romantici dolcetti a forma di cuore, che rievocano il vostro sentimento per la persona amata; questi dolci e graziosi pensieri d’amore, saranno vostri complici nell’affrontare in modo romantico la prima colazione del mattino assieme al vostro partner, o più semplicemente potrete sgranocchiarli teneramente abbracciati davanti alla tv!
I biscotti di San Valentino, sono formati da due sagome di forma uguale e sovrapposte, e la marmellata funge da ripieno e da “collante”; la sagoma superiore dovrà essere ulteriormente incisa per fare affiorare la marmellata in superficie. Serviranno quindi due stampini a forma di cuore, uno più piccolo dell’altro.

STRUFFOLI



Gli struffoli sono i dolci più tipici della tradizione Napoletana e rappresentano sicuramente una delle ricette più caratteristiche del periodo Natalizio.
Per chi ancora non avesse mai sentito parlare degli struffoli, basti dire che sono delle piccole palline di pasta dolce, fritte e poi immerse nel miele e decorate con confettini colorati e frutta candita.
Per quanto riguarda le origini degli struffoli, dobbiamo tornare indietro fino all’età degli antichi Greci che pare li abbiano esportati nel Golfo di Napoli al tempo di Partenope. Ed è proprio dal greco che secondo molti deriverebbe anche il nome “struffoli”: più precisamente dalla parola “strongoulos”, ovvero “dalla forma arrotondata”.
Secondo altri pareri, la parola struffolo, deriverebbe da "strofinare", il gesto che compie chi lavora la pasta, per arrotolarla a cilindro prima di tagliarla in tocchetti.
Altri ancora, pensano che lo struffolo si chiami così perché “strofina” il palato, ovvero lo solletica con il suo dolce sapore. Nonostante sia una preparazione molto conosciuta ed apprezzata, gli struffoli hanno una larga diffusione solo nell’Italia meridionale dove ne esistono diverse versioni, tutte più o meno simili alla ricetta originale ma con nomi diversi: in Calabria “cicirata” o “turdiddi”, in Umbria ed Abruzzo “cicerchiata” ed a Palermo “strufoli”.

LA TORTA MIMOSA



La torta mimosa, viene preparata in corrispondenza della festa della donna, ovvero l’ 8 marzo. Questa festa ha le sue origini nel 1908, quando durante uno sciopero di protesta da parte di un gruppo di donne per le condizione lavorative, finì in tragedia a causa di un incendio. Non è una ricorrenza di carattere religioso ed è abbastanza recente, soprattutto perché in Italia si festeggia soltanto dal dopoguerra; pertanto non esiste una tradizione gastronomica dedicata, anche se è diventata consuetudine da parte di gruppi di amiche uscire insieme a cena nei ristoranti. La mimosa non è un fiore commestibile, anzi è velenoso, e quindi non può essere un ingrediente della torta mimosa, che invece deve il suo nome al pan di Spagna con la quale viene fatta, e che sbriciolato sulla superficie ricorda i delicati fiori della mimosa.
La versione che vi proponiamo è una fresca rivisitazione, arricchita e insaporita da pezzi di ananas.


-PREPARAZIONE
Per realizzare la torta mimosa, preparate un pan di Spagna(vai alla ricetta del pan di Spagna) che cuocerete in uno stampo del diametro di cm 24; preparate anche la crema pasticcera mettendo una scorza di limone nel latte che poi toglierete a preparazione finita (vai alla ricetta della crema pasticcera), quindi lasciate raffreddare le due preparazioni. Tagliate orizzontalmente la parte superiore del pan di Spagna con un coltello dalla lama lunga, in modo da togliere la calotta dorata. Con l'aiuto di un coltello più piccolo tagliate la circonferenza del pan di Spagna, lasciando un bordo spesso almeno 2-3 cm.

Con le mani asportate la parte centrale del pan di Spagna e svuotate la torta della sua mollica, come se voleste formare una scatola vuota; per modellare bene l'incavo servitevi di un cucchiaio (o delle dita) , ricordandovi di lasciare sul fondo uno spessore di circa 2 cm.

Tagliate la mollica estratta in strisce e poi in piccoli cubetti; ora potete decidere se lasciarli in questo modo oppure, se con delicatezza, sfregarli nei palmi delle mani in modo da conferirgli una forma tonda, come l’aspetto della mimosa; metteteli da parte.
Mettete a scolare l'ananas sciroppato e mischiate metà dello sciroppo di ananas in barattolo con il bicchierino di Grand Marnier; usatelo per bagnare il fondo ed i lati della torta facendo in modo che siano inzuppati ma che non cedano.

Tagliate a piccoli cubetti l'ananas sgocciolato. Montate la panna, e aggiungete lentamente a cucchiaiate lo zucchero al velo; incorporatela delicatamente alla crema pasticcera ormai raffreddata, tenendo da parte una porzione sufficiente di crema per ricoprire la torta; aggiungete al composto di panna e crema l'ananas tagliato a piccoli cubetti.

Riempite l'incavo del Pan di Spagna con questa farcia cercando di dare una forma bombata alla torta; chiudete la torta con la calotta che avevate asportato all’inizio della preparazione(messa però con la parte dorata all’interno, che deve toccare la farcia), bagnatela con un po' di sciroppo e ricoprite, aiutandovi con una spatolina o con un coltellino dalla lama liscia, tutta la torta con la crema che avevate messo da parte.

Una volta ricoperta tutta la torta con la crema, ricoprite l'intera superficie facendo aderire i piccoli cubetti di Pan di Spagna.Ponete la torta in frigorifero per almeno 3-4 ore prima di servirla e qualche minuto prima di servirla decoratela a piacere con frutta, fiori freschi o rametti di mimosa.

■ Consiglio
La farcia della torta mimosa è originalmente costituita solo da crema pasticcera e panna montata mischiate: in questo caso è stata arricchita dall’ananas, il cui sapore ben si sposa con la ricca crema che lo avvolge, e si presta a richiamare il giallo della mimosa; ma se volete, potrete adoperare altra frutta per farcire la vostra torta. Potrete infatti usare metà ananas e metà pesche sciroppate, oppure optare per delle fragole, o dei frutti di bosco!
Al momento di servire la torta mimosa, potete decorarla con delle bacche di ribes rosso o con delle violette commestibili, preventivamente spennellate di albume d’uovo e cosparse di zucchero semolato.

■ Curiosita'
La mimosa è stata scelta come fiore simbolo della festa della donna nel 1946 dall’U.D.I. (Unione Donne Italiane) nel corso dei preparativi dei primi festeggiamenti in italia.
Le donne riunite a Roma furono affascinate dai fiori di un giallo intenso e da quel profumo particolare tipico della mimosa e che in quei giorni di marzo davano bella mostra di se nei giardini romani.
Da allora la consuetudine vuole che nel giorno della festa della donna gli uomini regalino alle donne mazzetti di mimosa.

FONTE: http://ricette.giallozafferano.it/Biscotti-di-San-Valentino.html
http://ricette.giallozafferano.it/Struffoli.html
http://ricette.giallozafferano.it/Torta-mimosa.html

CURIOSITA'
Lo sapevi che il latte é buono al buio?
Quando si acquista il latte al supermercato non bisogna controllare solo la data di scadenza riportata in etichetta ma bisogna verificare anche il tipo di illuminazione usata per nel banco frigo.

Una ricerca dell'Università del Missouri, citata sulla sezione Salute di Focus.it, ha dimostrato che la luce dei neon può modificare il sapore del latte conferendo un retrogusto tipico del latte non fresco.
Pare infatti che la luce, attraversando le confezioni trasparenti di plastica e vetro (molto meno i cartoni opachi) provochi un processo di ossidazione.
La luce fluorescente, inoltre, disattiva la funzione di alcune vitamine, come la B2 e la C.
Il fenomeno, che è meno evidente nel latte intero grazie all'effetto barriera del grasso, potrebbe essere evitato dai gestori dei supermercati con un'illuminazione adeguata e dai produttori con contenitori traslucidi di colore opaco.

FONTE: (immagine) http://quotidianonet.ilsole24ore.com/2008/10/16/125832/images/149498-latteap.jpg.JPG
(testo)http://www.baldiristorazione.it/br/lo-sapevi-che-il-latte-e-buono-al-buio.3sp?pageNum=0

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